Scegliere un visual merchandiser è sicuramente d’importanza strategica per le aziende.
Avrete notato come nell’ultimo decennio la ricerca e l’offerta di Visual Merchandiser sia esponenzialmente cresciuta.
Se fino a ieri gli allestimenti dei punti vendita erano affidati agli addetti alle vendite con una sensibilità particolare verso il prodotto, oggi quello che allora era chiamato vetrinista si è trasformato in Visual Merchandiser.
Mi raccomando, non chiamate MAI un Visual Merchandiser vetrinista, potrebbe uccidervi! (io lo farei….).
Sfortunatamente ancora oggi la conversazione tipica è:
Loro: “che lavoro fai?
Io: “Visual Merchandiser”
Loro opzione A: silenzio, non hanno idea di cosa stia dicendo
Loro opzione B: “ah ok la vetrinista” , e potrebbe scappare il morto..
Loro opzione C: “ohhh allora sei una creativa”
Allora, facciamo un attimo di ordine, un visual non è per forza una persona stravagante, creativa, che si diverte ad allestire una vetrina come fosse una scenografia di un set di chissà quale viaggio onirico.
La professione del visual oggi è decisamente cambiata, insieme ad una innegabile sensibilità per l’armonia, le proporzioni, gli equilibri ed il bello (che resta poi sempre soggettivo), oggi per essere un professionista a 360° bisognerà saper conciliare gli obiettivi commerciali e le strategie di marketing, con un allestimento gradevole, armonico e bilanciato, senza mai dimenticare di continuare a guardare a ciò che accade intorno a noi, nei mercati vicini e lontani, nella tecnologia, nella società, nell’intrattenimento.
Oggi un visual è una figura a metà fra uno psicologo ed un marketer, fra un pragmatico ed un creativo.
Bilanciare così tante caratteristiche talvolta opposte fra loro è davvero difficile, dunque come scegliere il professionista che fa per te?
Bella domanda….

Innanzi tutto bisognerà che facciate chiarezza in quello che cercate:
- Qualcuno che allestisca il negozio e si occupi anche di vendita?
- Un creativo che si occupi delle vetrine?
- Qualcuno che stravolga il punto vendita e sappia darvi un nuovo look?
- Un consulente d’immagine?
- Uno stylist?
- Uno stratega?
- Un mago?
…o magari qualcuno che faccia un po’ di tutto ciò?
Bene, l’ultima ipotesi potete cancellarla subito, perché chi si spaccia per onnipotente già non la sta raccontando giusta.
Spessissimo ho visto visual che si spacciano per tali dopo aver allestito soltanto una piccola parete, ma che se lasciati soli a rivoluzionare un negozio vanno in panico immediato, immaginiamo cosa accadesse se venisse chiesto loro di riorganizzare il layout di un punto vendita, gestire una rete di negozi, organizzare ordini di materiali, creare linee guida etc…
Sicuramente chi ne pagherebbe le conseguenze sarebbe chi ha sbagliato la scelta del candidato, e allora diffidate di chi già da subito ha manie di onnipotenza, perché è cosa normalissima per un visual avere particolari attitudini. C’è chi è più bravo sui display, chi in vetrina, chi nell’organizzazione, chi nella tecnica e chi nella creatività, scegliere la persona giusta dipenderà dalle vostre esigenze.
Allora come Orientarsi?
Decidete innanzi tutto le attività da affidare alla persona che state cercando, solo una chiarissima visione degli obiettivi vi permetterà di fare chiarezza anche sulla figura che cercate. Quindi:

Numero 1 – fissare degli obiettivi
Quali attività svolgerà il candidato?
Numero 2 – freelance o dipendente?
Questa è un’altra scelta importantissima. La scelta della tipologia di collaborazione fra voi ed il Visual Merchandiser dipenderà sicuramente dalla tipologia di prodotto.
Un negozio ad alta rotazione o con una rete di negozi numerosa sicuramente avrà bisogno di una figura interna, costantemente disponibile e presente ma, se siete un piccolo negozio o una piccola catena di negozi, di alto livello magari, con un prezzo medio alto e una bassa rotazione di prodotto, potrete anche optare per una figura freelance, con esperienza pregressa in diversi settori magari, il che andrebbe tutto a vostro vantaggio.
Il freelance è una figura che per antonomasia deve restare aggiornata, dinamica, curiosa, propositiva e proattiva; il suo lavoro non è garantito da un contratto sul quale poi potersi rilassare, ma dipenderà tutto dalle sue capacità professionali ed empatiche e dalla sua reale abilità nel lavoro e propensione a restare aggiornato.
Esistono anche le agenzie, non dimentichiamole, che con la rete di collaboratori sparsi (in Italia e all’estero), possono garantivi un buon servizio di coordinamento d’immagine e consulenza.
Spesso la presenza di diverse figure interne all’agenzia con diverse esperienze, professionalità e settori di provenienza, può risultare il giusto mix che stavate cercando, senza rischiare però di fare la scelta sbagliata, perché sia nel caso di freelance che di agenzie sarete liberi di cambiare la vostra scelta nel caso in cui non si siano rivelate le decisioni giuste.
Numero 3 – ricerca libera sui canali social.
Se il caro e vecchio CV è diventato ormai uno strumento preistorico, non dimentichiamo che comunque ci può fornire una prima idea di massima di un candidato, sulla congruenza del suo percorso professionale intrapreso, sugli studi, sul modo di proporsi etc.
Il cv ci fornisce comunque informazioni che altrimenti sarebbe più difficile recuperare.
Poi ci sono i social. Pagine web, Instagram, Facebook, LinkedIn, canali youtube, e chi più ne ha più ne metta.
A seconda della figura che cercate, sicuramente uno di questi canali vi racconterà qualcosa in più del candidato e, se sarete bravi, incrociando i dati capirete subito eventuali bugie o esperienze fantasmagoriche inesistenti o, al contrario, vi faranno scoprire doti che il candidato magari non ha ritenuto opportuno descrivere e raccontare.
Ogni piccolo elemento potrà dirvi qualcosa di più sul candidato potenziale e farvi procedere alla richiesta di contatto.
Numero 4 – Il colloquio.
L’incontro in carne ed ossa sarà la prova del nove e fidatevi, al primo colloquio più della metà degli aspiranti si autoeliminerà con le proprie mani, perché poche domande possono immediatamente rivelare tante verità sull’esperienza pregressa del candidato, sulle sue attitudini e capacità reali.
Domande pertinenti e sapientemente poste potranno rivelare le vere esperienze pregresse del candidato, ma per far ciò è fondamentale che la persona preposta alla selezione sappia esattamente quale sia il ruolo di visual in oggetto, quali le peculiarità del lavoro da svolgere, quali le mansioni, quali le competenze ed esperienze pregresse necessarie etc…
Sembrerà scontato, ma capita anche di fare colloqui con persone che non hanno una chiara idea del ruolo del visual merchandiser all’interno dell’azienda, anche perché questo ruolo può variare davvero tanto da azienda ad azienda quindi ripeto, sarà FONDAMENTALE decidere a priori quali saranno le mansioni che verranno affidate al candidato.
Numero 5 – La prova
Visto che il lavoro del visual merchandiser è all’80% manuale, quale modo migliore di testare il potenziale candidato se non attraverso una prova di allestimento?
Da lì potrete capire tantissimo, vedrete se ha davvero dimestichezza nel lavoro, la tecnica, lo spirito d’iniziativa, come collabora con lo staff e come si muove all’interno del negozio.
Nel caso invece in cui cerchiate una figura più senior, che gestisca una rete di visual, non potrete che affidarvi al vostro istinto e magari a qualche telefonata per verificare le reali esperienze pregresse.
C’è chi farebbe carte false oggi per entrare nel fantastico mondo del visual merchandising.
Buona fortuna!

Perché oltre che al candidato una buona dose di fortuna servirà anche a voi.
Un buon visual merchandiser può aiutarvi a cambiare la percezione del punto vendita ed incrementare sensibilmente le vendite, non dimentichiamo mai che quest’ultimo è l’obiettivo principale di ogni attività.
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